Il biomarketing è l’applicazione delle bioscienze e delle neuroscienze allo studio del comportamento dell’individuo. Quanto espresso dalla mente conscia – attraverso interviste, sondaggi, ricerche di mercato, focus group – non è una rappresentazione completa, né necessariamente corretta dei comportamenti futuri degli individui. Il biomarketing, attraverso la rilevazione di una serie di manifestazioni biologiche dell’individuo, è in grado di dare indicazioni precise riguardo a come esso reagisce, valuta e filtra stimoli di comunicazione.
Il biomarketing è la naturale evoluzione del neuromarketing. Nato come applicazione delle neuroscienze allo studio della comunicazione e della persuasione, il neuromarketing misura le risposte cerebrali a stimoli per valutare la modalità attraverso cui l’individuo reagisce, valuta e filtra informazioni.
Rigore metodologico e profondità delle rilevazioni consentono di trarre importanti implicazioni anche da campioni relativamente esigui, ottenendo indicazioni considerate a livello scientifico e manageriale come salienti, dirimenti e fondamentali per una piena comprensione del comportamento degli individui.
La rilevazione dell’attività celebrale si rivela tuttavia una tecnica piuttosto invasiva rispetto alla rilevazione di una serie di manifestazioni biologiche come l’impedenza cutanea, il flusso sanguineo, la pressione arteriosa, le micro-espressioni facciali. Queste tecniche meno invasive consentono di interpolare dati biologici diversi, fornendo una vista più ricca di sfumature, e di fare inferenza sul comportamento a livello di corteccia cerebrale in modo efficace e più efficiente. La rilevazione biometrica ha un obiettivo di profondità di rilevazione e, grazie alla sua affidabilità, consente di raccogliere input di valore, pur affidandosi a popolazioni campionarie inferiori alle tradizionali ricerche di mercato.